SEO vs AEO: come cambia il digital marketing con l’AI

SEO vs AEO: come cambia il digital marketing con l’AI

SEO vs AEO, ecco come cambia il digital marketing con l’AI. C’è un nuovo orizzonte nel mondo del digital marketing, e non è più fatto solo di keyword, tag title e backlink. È una trasformazione silenziosa ma profonda, che si muove dove gli occhi degli utenti non arrivano più: all’interno dei motori di risposta basati su intelligenza artificiale. AEO: Answer Engine Optimization. Tre lettere che potremmo dover imparare a usare ogni giorno, al posto di SEO.

Se finora l’obiettivo era farsi trovare tra i primi risultati di Google, oggi si tratta di essere la risposta che l’utente riceve — magari letta ad alta voce da un assistente vocale o generata all’istante da un chatbot.
La logica della ricerca si sta ribaltando: dall’esplorazione alla destinazione.

Che cos’è, in pratica, l’AEO

Answer Engine Optimization significa strutturare i contenuti in modo che i sistemi di intelligenza artificiale — come ChatGPT, Gemini, Claude — li riconoscano come affidabili, pertinenti e utilizzabili come fonte primaria di risposta.

Non si tratta solo di posizionarsi bene. Si tratta di diventare la risposta.

Questo cambia molte cose: cambia il modo in cui si scrive, il tono da usare, la profondità da raggiungere e l’organizzazione delle informazioni. Cambia anche il modo stesso in cui si pensa il contenuto: meno titoli ammiccanti, più sostanza; meno storytelling fine a sé stesso, più chiarezza e autorevolezza.

Cosa comporta, oggi, per chi fa digital marketing

Secondo un articolo pubblicato a maggio 2025 sul Wall Street Journal, l’introduzione di risposte AI nei motori di ricerca ha comportato un calo significativo del traffico verso i siti web.
Le aziende si trovano quindi davanti a un bivio: continuare con i metodi classici oppure riformulare la strategia per “parlare” direttamente ai motori di risposta.

È un po’ come passare da una piazza affollata, dove si distribuiscono volantini sperando che qualcuno li legga, a un salotto privato, dove si ha una conversazione diretta con chi sta cercando proprio ciò che tu sai offrire. Il tono cambia. La responsabilità cresce.

Elementi chiave per ottimizzare in ottica AEO

💬 Parla come ti cercano
Le domande a cui rispondere devono rispecchiare il linguaggio dell’utente: naturale, conversazionale, concreto.
Meglio ancora se anticipi la domanda stessa, formulandola esattamente come farebbe chi cerca.
Ad esempio: “Come si ottimizza un sito per la AEO?”, non “Principi avanzati di Answer Engine Optimization”.

🧠 Sii utile, non solo visibile
Non basta “fare SEO” come ai vecchi tempi. Serve contenuto vero, pensato per risolvere problemi.
Risposte complete, documentate, scritte con un tono professionale ma umano.
Se puoi, inserisci dati, ricerche recenti, esempi concreti.
I motori AI valorizzano l’autorevolezza, ma anche la leggibilità.

📐 Struttura bene il contenuto
Un testo confuso è come un labirinto: nessun assistente AI ha voglia di perdersi.
Organizza il testo con paragrafi brevi, titoli chiari, punti elenco quando serve e una gerarchia visiva semplice.
E sì, anche il markup semantico deve essere curato con attenzione.

📢 Pensa alla voce, non solo allo schermo
Sempre più ricerche avvengono tramite comandi vocali. Questo cambia il ritmo e la forma del contenuto:
prediligi frasi brevi ma complete, soggetto-verbo-complemento, evita ambiguità.
Scrivi come se stessi spiegando qualcosa a un amico, non come se dovessi impressionare un relatore a un convegno.

Il rovescio della medaglia: meno clic, più autorevolezza

L’adozione massiva dei motori di risposta comporta un rischio evidente:
se la risposta dell’AI è completa, l’utente non cliccherà mai sul tuo sito.
È frustrante, ma è anche un’opportunità.
Perché chi “vince” nel gioco dell’AEO non ottiene solo visibilità:
guadagna fiducia, reputazione, rilevanza.

È come essere citati in un libro importante: magari nessuno ti cerca direttamente, ma tutti ti prendono come riferimento.

SEO vs AEO: un’evoluzione, non una sostituzione

È importante non cadere nel panico.
La SEO non è morta: si sta trasformando.
In molte situazioni, la classica ottimizzazione on-page resta fondamentale.
Ma oggi, chi scrive e pubblica online non può più ignorare il fatto che l’utente, nella maggior parte dei casi, non sta leggendo: sta ascoltando.
Non sta esplorando: sta chiedendo.
E chi risponde meglio, resta.

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