Da qualche mese, chi lavora con il posizionamento organico ha notato una novità importante: le risposte AI generate da Google stanno diventando protagoniste delle SERP. Non più solo box “People also ask” o featured snippet, ma vere e proprie sintesi automatizzate delle risposte, costruite grazie a Gemini, l’intelligenza artificiale di Google. Questa funzione si chiama AI Overview.
A prima vista può sembrare una semplificazione per l’utente, ma chi scrive contenuti si trova di fronte a una domanda inevitabile: se Google fornisce già una risposta completa, chi visiterà ancora il mio sito?
In effetti, il rischio di perdere visibilità è reale. I dati mostrano un aumento delle cosiddette zero‑click searches, ovvero quelle ricerche in cui l’utente ottiene l’informazione desiderata senza cliccare su nessun risultato.
Eppure non tutto è perduto. Secondo SEOZoom, i contenuti citati all’interno di AI Overview continuano a generare traffico. Magari in quantità inferiore rispetto al passato, ma con una qualità nettamente più alta: sessioni più lunghe, tassi di conversione più alti, utenti più motivati. Insomma: meno clic, ma più valore.
Non solo top 10: chi emerge nell’era AI
Uno degli aspetti più interessanti dell’AI Overview è che non premia solo i primi risultati organici. Anzi, capita spesso di vedere citate fonti come Reddit, Quora o pagine di blog verticali che, in una SERP tradizionale, sarebbero ben lontane dalla top 10.
Questo cambia le regole del gioco.
Anche i siti di nicchia, se ben scritti e focalizzati su un argomento specifico, possono ritagliarsi un posto tra le fonti selezionate dall’intelligenza artificiale. Conta di più la chiarezza, la precisione e la struttura del contenuto, rispetto all’autorità del dominio.
Per chi crea contenuti, questo è un invito a fare meglio, non necessariamente di più. La qualità e la verticalità oggi possono fare la differenza anche contro i grandi nomi.
Cosa cambia (davvero) per chi fa SEO
La prima cosa che salta è la metrica di riferimento: il posizionamento medio non basta più. Sapere di essere primi su Google conta poco, se la tua pagina non viene citata nell’AI Overview. La visibilità oggi passa anche da lì.
Per questo, strumenti come SEOZoom si stanno aggiornando. Oggi è possibile analizzare:
- Quali keyword attivano un’AI Overview
- Quali contenuti del tuo sito vengono citati
- Quanto traffico portano quelle citazioni
- Chi sono i competitor menzionati e in quale punto dell’Overview
Queste informazioni diventano fondamentali per prendere decisioni editoriali e strategiche. Non si tratta solo di essere visibili, ma di essere utili all’AI.
La direzione è chiara
L’AI Overview non è una funzione sperimentale. È parte di una trasformazione profonda nel modo in cui Google interpreta e presenta le informazioni. Questo significa che chi lavora nel content marketing deve cambiare approccio: non si scrive più solo per l’utente umano, ma anche per un’interfaccia automatica che seleziona, sintetizza e riformula i tuoi contenuti.
Scrivere bene oggi vuol dire:
- Rispondere a una domanda in modo preciso
- Strutturare il testo in modo leggibile (per umani e AI)
- Creare contenuti verticali e approfonditi, con un’intenzione chiara
Chi saprà adattarsi a questo nuovo contesto potrà non solo difendere la propria visibilità, ma anche aumentare il valore delle visite che riceve.
Ti ritrovi in questo scenario?
Hai già notato movimenti nel traffico organico del tuo sito? Ti è capitato di cercare su Google e trovare una risposta AI che cita fonti “insospettabili”?
Scrivimi nei commenti, oppure tieni d’occhio il prossimo articolo, dove parleremo di strategie pratiche per ottimizzare i tuoi contenuti e farti trovare anche nell’era dell’AI Overview.



